“L’innovazione si trova nelle intersezioni.” -Emilie Wapnick

Ciao Dalila, raccontaci come è iniziato il tuo percorso in Beefree e che attività svolgi attualmente.

Ho iniziato a lavorare in Beefree nel team di Marketing, dove mi occupavo di attività legate alla comunicazione, come la gestione del blog, la creazione di newsletter e la produzione di contenuti per i social media. Il mio percorso è iniziato nel febbraio del 2019 e ho ricoperto quel ruolo per 2 anni prima di sentire la necessità di un cambiamento. Ora, sono una Design Researcher nel team di Prodotto.

Ciò che faccio è maggiormente collegato al dietro le quinte di Beefree. Svolgo ricerche sul perché e sul come le persone decidono di usare i nostri prodotti nella loro quotidianità. Adoro scoprire cosa non funziona durante il loro utilizzo. Talvolta gli insight si focalizzano sui problemi riscontrati dagli utenti finali, altre volte su come viene percepita l’esperienza utente all’interno dell’azienda.

Dal momento che ho un background nel service design, applico i framework e il mindset di un Service Designer nel mio lavoro quotidiano. Al termine di ogni ciclo di ricerca, riporto al team o agli stakeholder gli insight di cui hanno bisogno.

Un cambio di carriera importante. Come hai capito fosse il momento di evolvere?

Credo che semplicemente lo si avverta. Alcune volte si arriva a conoscere ogni cosa di un argomento e non si impara più niente. Questo è ciò che è successo a me quando volevo diventare una ballerina professionista, e si è ripetuto quando pensavo di voler diventare una ristoratrice come i miei genitori. Così, quando ho avuto quella sensazione mentre lavoravo nel marketing, l’ho riconosciuta subito.

Quando ero più giovane, pensavo fosse sbagliato cambiare percorso di carriera ma ora capisco che in realtà è parte del processo di scoperta di sé stessi. Tutti noi nasciamo con molte passioni e curiosità e abbiamo bisogno di esplorare tutte le possibilità e i lavori che vogliamo fare. Questo mi è diventato chiaro quando ho scoperto il concetto di essere “multipotenziale“.

Ho visto questo TED talk di Emilie Wapnick in cui veniva spiegato come non fosse sbagliato non avere una reale vocazione. Concordo totalmente con lei; ho molti interessi, ho svolto diversi lavori e credo che tutto questo mi differenzi dal resto del mondo.

Se ci si pensa, fare lavori differenti e avere diversi interessi è qualcosa che si può applicare nel proprio lavoro quotidiano, rendendolo unico. C’è un concetto chiamato “comb shape” (forma a pettine), secondo il quale una persona ha molteplici specializzazioni e sviluppa diverse skill. Unire queste competenze fa sì che si possa offrire qualcosa di unico.

In passato, occorreva andare a scuola per imparare qualcosa. Ora, abbiamo la conoscenza a portata di mano. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una connessione internet. Non dobbiamo limitarci. È qualcosa che arricchisce.

Comb-Shape Skillset, Source: Irisclasson

Quali sono i benefici di avere un background nel marketing all’interno del team di Prodotto?

Avere un background ricco di competenze è utile, specialmente se si passa da un team a un altro all’interno della stessa azienda. Conosci le persone, hai presente le loro hard e soft skill, sai come lavorano entrambi i team e quindi sei in grado di farli collaborare meglio.

Inizi a pensare in termini di sistemi e non a silos. Più conosci entrambi i team, meglio lavori con gli stakeholder. Personalmente credo che, quando si inizia a pensare in termini di sistema, è il momento in cui i silos si possono abbattere.

Soprattutto durante la pandemia è stato facile dimenticare che si lavora con altri esseri umani e che ciò che facciamo nel nostro team influisce su quello che accade in un altro. Se solo più persone potessero parlare con gli altri team, sapere a cosa stanno lavorando, capire come lavorano e conoscerli personalmente… allora potremmo abbattere i silos e collaborare meglio.

Come è stato il passaggio da un team all’altro?

È stato semplice e fluido. Entrambi i manager sono stati favorevoli a questo cambiamento e mi hanno aiutato a realizzarlo. Hanno riconosciuto il mio valore e volevano che rimanessi nel team. 

Anche il team di People & Culture ha supportato questa transizione. Poiché la nostra azienda sta crescendo notevolmente, il team di P&C sta lavorando intensamente per sviluppare un programma di crescita professionale che non consista necessariamente in una crescita verticale. È possibile crescere professionalmente anche muovendosi orizzontalmente da un team all’altro, come ho fatto io.

Quando si sente che il tuo lavoro non soddisfa più, si potrebbe pensare di non poter apportare ulteriore valore all’azienda. Tuttavia, i manager e il team di P&C hanno dimostrato che potevo continuare a contribuire e si sono resi disponibili ad aiutarmi. Voglio davvero ringraziarli per questa grande opportunità.

Quale consiglio daresti a qualcuno che vuole spostarsi internamente in un altro team?

Posso raccontare i passi che ho seguito io.

Il primo è stato riconoscere i segnali. Ho iniziato a sentire che non ero più felice la mattina quando andavo a lavoro e me ne chiedevo il motivo. Adoravo il mio lavoro, l’azienda e le persone. Era qualcosa di poco chiaro. Alla fine ho dovuto ammettere che qualcosa doveva cambiare.

Poi ho cambiato la mia routine. Ho provato a leggere di più e a fare maggior esercizio fisico. Volevo capire se potessi gestire questa sensazione da sola. Alla fine però, ho capito che era davvero il lavoro che non mi entusiasmava più. Non stavo più ottenendo nulla da quella posizione.

Quindi, mi sono riallineata. Ho iniziato ad ascoltare me stessa maggiormente. Avevo bisogno di fare un passo indietro e scoprire cosa mi piaceva realmente, allineando i miei valori e il mio modo di pensare ad un lavoro che potesse piacermi di nuovo. Una volta che conosci te stesso, sai chi vuoi diventare e quindi diventi consapevole della scelta che devi fare.

Infine, ho compreso di voler tornare nell’ambito del design. Mi sono unita ad alcune community online e ho parlato molto con altri designer che mi hanno fatto da mentore e hanno condiviso le loro esperienze. Ho seguito un corso online e ho letto molto per aggiornare le mie conoscenze. Dopo tutto questo, ho iniziato a definirmi una designer nuovamente.

“Se vuoi un lavoro come Product Designer, definisciti tale. Se vuoi essere un Front End Developer, chiamati Front End Developer. Non aspettare che qualcuno ti dia il permesso per essere ciò che vuoi – dì loro cosa sei e il resto accadrà da sé.” -Milan Moffat, Senior Product Designer at Slack

Alla fine, ho capito che dovevo parlarne con il mio manager. Non potevo esitare, perché avevo già iniziato questo percorso. Il mio consiglio è di essere onesti con il proprio/a manager, spiegando perché non ci si sente più adatti a quel ruolo e ringraziando tutti per aver condiviso il percorso. Consiglio di essere chiari riguardo a ciò che si pensa e al nuovo cammino che si desidera intraprendere. I buoni manager capiranno e aiuteranno a crescere.

Nota del redattore 

Dalila Bonomi è una Design Researcher in Beefree e lavora in modo trasversale per supportare il team di Prodotto. Beefree SDK è uno strumento embeddabile per creare email, landing page e popup. Beefree è un team internazionale composto da più di 50 persone, metà delle quali lavora nello Sviluppo Software o nella Gestione Prodotto. Scopri di più su Beefree SDK qui.

Leggi l’articolo originale sul nostro Innovation Blog.

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