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Immagina di essere a bordo di un van in viaggio per l’Europa, alla scoperta di nuove culture, senza però aver rinunciato al tuo lavoro. 

Questo è esattamente ciò che Camilla Ragazzi, Senior Contract Specialist in Growens, ha iniziato a fare da gennaio 2024 grazie al programma Way of Working (WoW), che consente alle persone di Growens di lavorare da qualsiasi luogo, che sia casa, ufficio o “altrove”.

Camilla ha scelto proprio “altrove”, e in questa intervista ci porta con lei tra la natura della Puglia, le coste della Sardegna e l’accoglienza dell’Inghilterra rurale, condividendo sfide, vantaggi e consigli per chiunque desideri vivere un’esperienza simile.

Di cosa ti occupi esattamente?

Lavoro nel Team Legale di Growens, dove ci occupiamo di supportare le Business Unit del Gruppo durante tutte le pratiche legali, di compliance e privacy.

In che modo hai sfruttato il programma WoW di Growens?

Ho deciso di pianificare insieme al mio compagno un anno di viaggi in van in giro per l’Italia e l’Europa. 

Per ora siamo stati ad aprile nel Sud Italia, più precisamente in Puglia; a maggio, ci siamo spostati in Sardegna; durante l’estate abbiamo viaggiato tra Francia e Inghilterra.  In particolar modo, essendo entrambi amanti del country mood inglese, dal 27 giugno al 1 settembre abbiamo soggiornato nell’Hampshire.

L’autunno è ancora tutto da programmare!

Da Contract Specialist, quali difficoltà si possono riscontrare?

Il problema principale è sicuramente la connessione internet, che spesso può non essere stabile, specialmente nei luoghi immersi nella natura. Ci è capitato di doverci spostare più volte per cercare campo. 

Inoltre, conciliare i viaggi con il lavoro richiede molta flessibilità. Noi ci spostavamo soprattutto la mattina presto o la sera, ma non è sempre stato facile far combaciare gli spostamenti con gli impegni lavorativi di entrambi.

Infine, vivere on the road richiede adattamento: non sempre un luogo è come ce lo si aspetta e il continuo cambiamento di “location” potrebbe non far sentire mai a casa.

Noi abbiamo imparato a gestire meglio gli spostamenti durante il viaggio, adattandoli al nostro tempo libero e mantenendo un ritmo di cambiamenti gestibile. Condensare tante esperienze in poco tempo può essere faticoso.

Hai sentito la mancanza di non poterti relazionare con lə colleghə direttamente in ufficio? 

Inizio con il dire che ho un contratto di telelavoro, quindi la maggior parte del mio tempo lavoro da casa in ogni caso. Non ho sentito una particolare mancanza di una relazione diretta con colleghi e colleghe: il company retreat di giugno è stata una bellissima esperienza per riallacciare i contatti e sentirmi più vicina alle persone con cui lavoro. 

Credo che poche e qualitative occasioni di stare insieme e collaborare di persona valgano molto di più del vedersi ogni giorno in ufficio.

Inoltre, il mio lavoro per sua natura mi porta spesso a isolarmi e concentrarmi per ore: non per niente è diffusa la leggenda del “legale incollato alla sedia”! 

C’è stata qualche esperienza specifica in Inghilterra che ha arricchito il tuo lavoro o la tua vita personale? 

Non è stata l’Inghilterra in sé ad arricchirmi, ma l’esperienza di vivere on the road. Stare lontana dalla comfort zone – famiglia, amicizie e luoghi conosciuti – ti apre la mente e fa capire come ogni interazione possa insegnare qualcosa.

Nello specifico, l’esperienza che mi ha arricchito di più è stata la possibilità di conciliare il lavoro con un’attività di volontariato immersiva e continuativa, non limitata al weekend. Sono riuscita a bilanciare vita privata e lavoro, raggiungendo tutti i miei obiettivi senza doverne sacrificare nessuno.

Ho conosciuto tantissime persone che vivono on the road e che hanno fatto le esperienze più disparate. Ho avuto l’opportunità di fare volontariato in un santuario per animali, aiutando nelle attività di cura la mattina e la sera. Ho imparato a giocare a bocce con gli inglesi e ho visitato più di 50 luoghi tra città, paesini e parchi naturali. 

Senti di aver sviluppato qualche nuova skill da questa esperienza?

Sicuramente ho migliorato la mia capacità di adattamento. Ora so trovare velocemente le informazioni di cui ho bisogno anche in un nuovo contesto. Queste soft skills sono essenziali per essere reattiva e sempre pronta in un ambiente di lavoro flessibile e dinamico.

Hai qualche suggerimento per chi volesse partire per un’esperienza simile? 

Credo che la prima cosa da fare sia programmare il viaggio e capire quali sono i propri “non posso stare senza”. Ad esempio, io “non posso stare senza” qualche libro, la natura e gli animali, e la possibilità di fare sport. 

Ognuno di noi ha delle esigenze minime, quelle cose o attività che ci fanno stare bene. Può essere la tazza del cuore o lo spazzolino elettrico, o semplicemente lo spazio giusto per sentirsi a casa. Sono queste cose che rendono l’esperienza positiva e meno stressante.

Dal punto di vista pratico, invece, consiglierei una connessione internet con un buon roaming incluso. Altrimenti, ogni volta che si varca un confine si è “disconnessə” fino a che non si trova una sim dedicata.  

Consiglieresti questa esperienza? 

Certamente. Forse non proprio come l’ho fatta io, on the road su un piccolo van, ma chiunque può vivere un’esperienza eccezionale se sa individuare i propri “non posso stare senza”. 

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